New York

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giovedì 22 gennaio 2015

AVREI PREFERENZA DI NO

Durante le vacanze di Natale ho dovuto leggere un libro che la prof ci aveva assegnato; un libro bizzarro, un libro che andrebbe interpretato ma al quale  non sono ancora riuscito a dare delle risposte. Il libro di cui sto parlando è "Bartleby lo scrivano: una storia di Wall Street". Non vi starò a raccontare nello specifico la trama del libro (non che sia una trama particolarmente intricata), vi dirò solo che il protagonista di questa storia si rifiuta di fare qualsiasi cosa.. ogni qualvolta che gli viene posta una domanda o gli viene fatta una richiesta lui risponde sempre nello stesso modo: "avrei preferenza di no/ preferirei di no". Il motivo è da comprendere, forse un motivo non c'è nemmeno.
In ogni caso la prof ci ha dato il compito di scrivere un testo sui nostri "avrei preferenza di no", qualsiasi essi siano. Ecco cosa è venuto fuori (so che questo post non c'entra nulla con l'anno all'estero, ma questo testo è il risultato di uno "sfogo" e mi è venuto in mente di pubblicarlo):


Quella mattina, svegliandomi, pensai che preferirei fosse sempre domenica. Detesto dovermi alzare alle 6:30; l'odio che provo nei confronti del suono della sveglia è indescrivibile. Ogni giorno spero che si dimentichi di suonare.. ma quello è un telefono, non si può mica dimenticare. Ecco, pensai pure che preferirei avere un cellulare moderno, anche solo per poter cambiare l'allarme della sveglia.
Realizzai che era mercoledì; il mercoledì è il giorno peggiore, ci sono due ore di matematica. Mi chiesi perché noi studenti dobbiamo studiare anche materie che non ci piacciono, preferirei dover approfondire solo quegli argomenti che suscitano per davvero il mio interesse, che mi spingono a conoscere, a voler sapere, indipendentemente dal volere dei professori.  Noi italiani sappiamo tutto di tutto ma in fondo non sappiamo niente.<<Preferirei non essere italiano>>, riflettei.
Uscii di casa e mi diressi alla fermata del pullman.  Quel giorno Lo zaino era talmente pesante da rendere il tragitto più faticoso del solito. La strada è tanta ed è in salita. <<Preferirei non dover percorrere ogni mattina oltre un chilometro e mezzo>>.
Dopo mezz'ora di meditazione in autobus arrivai a scuola, entrai nella mia aula e senza nemmeno lasciare lo zaino sul banco mi precipitai verso il termosifone. Termosifone spento.<< Preferirei non dover rimanere 5 ore con il giubbotto addosso a causa dei caloriferi mal funzionanti>>.
La campanella suonò, un'altra giornata di scuola stava per iniziare. Le due ore di matematica non passavano; 120 minuti di agonia, 110 se si considerano i 10 di ricreazione (Sì, noi mangiamo in 10 minuti. Quel giorno avrei davvero preferito che il break durasse un'ora). << Perché sono costretto a tutto questo per diventare qualcuno? non si potrebbero realizzare i propri sogni in un'altra maniera? Solo con la fatica a quanto pare si ottengono risultati, con il divertimento no, quello non ha a che fare con l'istruzione>>, dissi tra me e me. <<Preferirei non fosse così>>.
Durante quei lunghi minuti di ricreazione conversai con un amico; mi ricordai che il Mercoledì al cinema c'è uno sconto, così interruppi l'insulso discorso del mio amico (fu in quel momento che capii che preferirei non dover sentire gente che parla senza sapere ciò che dice) e gli chiesi se gli andasse di vedere un film  quella sera. Solo In sala pensai che preferirei non immedesimarmi troppo nei film; questo non fa altro che rendermi maggiormente consapevole di quanto la mia vita sia più insignificante rispetto a quella di Leonardo Di Caprio o chi per lui.
Se la vita fosse più lunga il problema non si porrebbe, Leonardo Di Caprio mi farebbe un baffo. <<Preferirei non dover invecchiare, proprio come Dorian Grey>> (mi rimangiai tutto non appena mi tornò alla mente la fine che fa Dorian Grey).
La giornata continuava nella sua triste banalità, e io non la smettevo di pensare, di ragionare, di appoggiare tesi e confutare antitesi;
Pensai che preferirei non dover vivere con gente ipocrita, perbenista e ignorante, che quando accendo la televisione preferirei non trovarmi di fronte a Ballarò, Uomini e Donne e la messa della domenica mattina. Mi sovvenne di quando mio nonno mi obbligava ad andare in chiesa insieme a lui, <<se vai in chiesa e fai il bravo Gesù ti aiuta>>, mi ripeteva sempre. Ci riflettei: preferirei pure che non mi venisse imposto nulla, che la mia libertà e quella di tutti venga considerata sacra almeno quanto Gesù.  Eppure a mio nonno gli volevo tanto bene. <<Preferirei non dover vedere scomparire dalla faccia della terra la gente che amo>>.
Inoltre ragionai sulla pazzia, sì perché infondo è l'unico modo per mettersi al riparo dall'infelicità a cui siamo destinati. <<Vedo in tutti un pizzico di follia, un barlume di insanità mentale; preferirei che a volte predominasse sulla razionalità della ragione>>. <<Vorrei non dover pagare per viaggiare, è come tassare il respiro>>.
La giornata volgeva al termine, decisi di andare a dormire. Mi misi sotto le coperte e mi ricordai che avevo di nuovo dimenticato di svolgere gli esercizi di matematica. <<preferirei che questa dannata materia scomparisse dalla mia vita. Anzi, a dirla tutta preferirei solo un paio di ali al posto delle braccia per volare verso un altro mondo, tanto qui di cosa preferirei non interessa a nessuno>>.

-Andrea 

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