New York

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giovedì 10 settembre 2015

ITALOAMERICANO

Le settimane passano, e pian piano comincio ad abituarmi a tutto ciò che mi circonda. Mi sembra oramai normale passeggiare per le strade di Carrington e ogni tanto vedere gli scoiattoli che saltellano nei giardini delle case.
Già sento che questa cultura sta entrando a far parte di me, mi sta cambiando. 
Non sono più solo italiano, mi sento parte di questo posto. 
Ogni giorno è una sfida, una sfida a fare meglio con l'inglese, a mettercela tutta per le amicizie, ad accettare le sconfitte, ad immergersi ancora più a fondo nella cultura americana.
Ci vuole impegno, ma alla fine si viene ripagati. I successi ci sono in tutti i settori: amicizia, famiglia, scuola, inglese. Ma procediamo con ordine...
Inizierei col parlare di quella che è la situazione familiare; Devo veramente tanto alla mia hostfamily! mi sento parte della famiglia e, anche se a volte i miei fratelli litigano un po' troppo tra di loro, non potrei chiedere di meglio. La mia mamma ospitante mi ha aiutato a realizzare il sogno della graduation, l'hostdad mi rallegra le giornate con il suo umorismo, e i miei tre fratelli mi fanno divertire un mondo... sono loro il fulcro familiare, le persone con cui passo più tempo.
La comunicazione in famiglia è essenziale; mai avere paura di domandare o dire qualcosa (permesso per uscire, aiuto con i compiti, eventuali problemi ecc.). Queste persone rappresentano il tuo punto di riferimento, sono la tua famiglia, e come tale vanno trattate. Più mi apro con loro, più vedo che le cose vanno meglio, che quei piccoli problemi che c'erano, spariscono uno alla volta.
Della scuola ho già parlato nel post precedente, qui mi limiterò a dire che procede tutto bene, che devo solo migliorare nell'ascolto. La scuola americana è la scuola americana. Non può non piacere.
Ecco, parlavo dell'ascolto... e qui arriviamo al discorso "inglese"... All'inizio non è semplice; la pronuncia americana è quella che è, capire ciò che la gente dice non è sempre una passeggiata, e esprimersi a volte crea qualche problema. I 9 e 10 in inglese non contano; ritrovarsi a dover comunicare e affrontare qualsiasi discorso in inglese è tutta un'altra cosa. Noi italiani le lingue non le sappiamo nemmeno studiare, so... Comunque non posso lamentarmi, qui mi dicono che il mio inglese è buono, non sto avendo grossi problemi.
Ciò di cui non ho ancora parlato sono le amicizie. Se si parte dal presupposto che qui i ragazzi sono davvero gentili, disponibili e simpatici (la maggior parte), se ne ricava che fare amicizia non è un problema. Ogni volta che esco con qualcuno è una soddisfazione. Ogni volta che conosco gente nuova mi congratulo con me stesso. A scuola saluto metà degli studenti, gli amici ce li ho e credo che quando arriverà il momento di tornare a casa (hey, sono già a casa), sarà difficile salutarli. Credo che alcuni di loro rappresenteranno una fetta importante della mia esperienza, altri rimarranno amici superficiali, altri solo conoscenti. Comunque sia, i ricordi di un posto sono spesso legati alle amicizie/alla gente... proprio per questo ce la sto mettendo tutta. Voglio creare dei rapporti speciali, quei rapporti che quando tornerò in Italia potrò dire "loro sono i miei amici americani".

Non più solo italiano, ma italoamericano...

-Andrew

P.S. Ieri sera noi senior (non tutti, eravamo una decina) ci siamo riuniti a casa di un'amica per organizzare la coreografia per l'Homecoming dance. Tutti i senior dovranno ballare, perciò ieri abbiamo iniziato a provare. It was so funny!! Son curioso di vedere come sarà la settimana dell'Homecoming, non so cosa aspettarmi :')


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