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lunedì 11 maggio 2015

11 maggio 2015. Dear Blog...

Avrei dovuto aggiornare per farvi sapere cosa ho deciso. La verità è che non ho deciso. La verità è che quando si tratta di un sogno tanto grande che finalmente sta per realizzarsi, è difficile scegliere.
Oggi è stata una giornata triste; di solito il sole e l'arrivo dell'estate mi mettono allegria ma oggi è stata una giornata un po' malinconica. Ho realizzato quanto siano importanti i rapporti di amicizia. Un amico giapponese della mia amica giapponese è venuto a stare da noi per qualche giorno e oggi è andato via, è tornato dalla sua famiglia ospitante. Per questo sono triste. Ora mi sento un vuoto. Eppure è stato con noi solo per pochi giorni. E i rapporti che si creano in un anno? quelli devono essere davvero speciali, forse ancora più speciali di quelli di sempre. Non sono amicizie che ritornano, sono quelle amicizie che potrai raccontare ai tuoi nipoti. Fanno parte di una breve parentesi della tua vita che ti accompagnerà per sempre. Cresci, ti fai una famiglia, invecchi... ma il ricordo è indelebile. L'America 2015-16 mica te la dimentichi. Ecco perché è difficile scegliere. Una volta che scegli non torni indietro. Prima, mentre tornavo a casa dopo aver salutato il giapponese, pensavo che l'America è l'America ma i miei amici sono i miei amici e stanno qui. Se negli Stati Uniti dovessi stringere delle amicizie vorrei che fossero come quelle che, dopo anni persi a credere che "alone is better", ho stretto in Italia. No, conosco troppo poco di questo mondo per poter dire che gente così, come i miei amici, c'è solo qui. Solo se conosci puoi parlare... anzi, forse no. E' impossibile conoscere ogni angolo del mondo. Ciò implica che non puoi conoscere tutti sulla faccia della Terra. Okay, ma che triste sarebbe limitarsi a conoscere solo il contesto in cui viviamo. No, credo che nella mia vita farò il possibile per conoscere quanti più posti e persone possibili. Chissà, forse qualcuno che mi faccia stare bene come i miei amici lo trovo. Inizia tutto da quest'estate, da questa partenza. Ecco perché è tanto difficile scegliere.
Prima parlavo del mio amico giapponese. Già, mi dispiace tanto che dovrò aspettare un altro mese per poterlo vedere di nuovo per qualche altro giorno. Ora però sto pensando alla mia amica giapponese, quella che abita qui nel mio paese, quella che mi ha fatto capire che l'anno all'estero sia qualcosa di terribilmente surreale. Sei qui, poi il giorno dopo ti fanno salire su aereo e dopo poche ore sei lì, lì dove ti aspetta una nuova vita, un diario di pagine bianche che aspettano di essere riempite. Lei un diario ce l'ha davvero, ci scrive tutti i giorni. Chissà cosa scrive, forse un giorno glielo ruberò per poterne leggere qualche pagina, per sapere ciò che mi aspetterà quando anche io sarò con una penna in mano pronto ad iniziare a scrivere quel prezioso diario. Lo chiamerò "The story of my America", proprio come questo blog. Ma tornando alla mia giapponesina, l'altro giorno ha pianto parecchie volte. Parlavamo di partenze, le ho detto che mi mancherà da morire e lei non è riuscita a trattenersi il pianto. Che bel pianto che è stato, davvero. Vorrei essere per gli americani ciò che lei è per noi. E per noi è tanto. Quando partirò piangerò pure io. Vorrei piangere anche in aeroporto, quello americano, quando sarò sul punto di mollare tutto ciò che avrò costruito in un anno di vita. Se piangi significa che tutto è andato come doveva andare. Perché, parliamoci chiaro, un exchange student che parte per imparare l'inglese non è un exchange student. Se piangi vuol dire che quel pezzo di vita, quella proteina della lunga catena polipeptidica, non ti ha deluso... forse non ti ha dato esattamente ciò che ti aspettavi, ma non ti ha deluso. Prima dicevo che è surreale. Beh, quando parti pensi che un anno sia troppo, che un anno sia una vita. All'addio al paese ospitante non ci pensi nemmeno; "tanto ho un anno a disposizione". Poi il tempo passa e ti accorgi che è stato solo un breve sogno (o forse un incubo?... nah, un sogno). I genitori italiani, gli amici italiani, il cane italiano (?), i posti italiani, quelli sono lì ad aspettarti, ad attendere il tuo ritorno. E l'America quando torna? la gente che ha conosciuto che fine fa? Finirà nel dimenticatoio? no, questo è impossibile. Ecco, per questo è surreale. Perché tutto continuerà a vivere nella tua memoria. Quel pianto mi ha fatto pensare perciò all'amicizia, alla memoria, alla nostalgia, alla tristezza, alla gioia... a tanta roba.
La vita a volte è stronza. Quando trovi qualcuno che ti piace davvero e di cui ti fidi, lei te lo porta via senza fregarsene di nulla. La mia hostfamily era la mia famiglia americana. Era già la mia famiglia americana. Pensavo all'Arkansas tutti i giorni fino a poco tempo fa. E un'altra famiglia? dovrei aspettare di ricevere un'altra hostfamily? Dovrei cercarmene una io, da solo?
Sono di fronte ad un incrocio... giro a destra, a sinistra o continuo diritto?

Oggi un po' pensatore e triste,

-Andrea

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