Cara estate, estate che mi rendi tanto felice e allo stesso tempo mi riempi di notizie cattive... sei già a metà del tuo percorso. Siamo in periodo di partenze, gli exchange student sono pronti.
Ci sono loro, le valigie, il passaporto e l'America ad aspettarli.
Senti che qualcosa sta per sconvolgere la tua vita, provi sensazioni mai provate prima, ti senti forte e debole allo stesso tempo, felicità e malinconia lottano dentro di te, ma a vincere è la gioia; la gioia che si prova in aeroporto quando, con la mente offuscata da mille pensieri contrastanti, realizzi che il sogno è ufficialmente iniziato.
Cara estate, mi porti su in cielo e subito dopo mi scaraventi giù in mare. Ti amo e ti odio.
Ma era proprio necessaria quest'altra bad news? Avevo la famiglia. Mi avevano detto che avrei seguito la mia vecchia hostfamily in North Dakota... stavo già pensando a come fare per resistere al freddo glaciale di quel posto, quando...
Tac. La hostmom ha problemi di salute, non possono più ospitare.
Siamo di nuovo punto e a capo, sono qui seduto a scrivere questo post senza sapere (ancora una volta) la mia destinazione.
La voglia che ho di partire è inimmaginabile. Tutti quelli che mi dicono di non pensarci troppo non capiscono, non sanno come ci si sente quando solo pochi giorni ti separano dall'inizio di un'esperienza così grande.
In questi giorni dovrei studiare matematica per recuperare tutto ciò che non ho fatto durante l'anno (la matematica non sarà mai il mio mestiere lalalala), ma non ho davvero voglia ed ecco che mi metto a studiare storia americana. Mi piace tantissimo scavare nel passato e capire quali sono stati gli avvenimenti che hanno portato gli Stati Uniti a diventare ciò che sono attualmente.
Questo è tutto ciò che posso fare per il momento, storia americana. Di americano non ho nient'altro, né un paese, né una famiglia, né una scuola. C'ho il visto, mi faccio bastare quello.
Sempre, costantemente e perennemente in attesa di novità,
-Andrew
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
New York
giovedì 30 luglio 2015
mercoledì 8 luglio 2015
UNA LUNGA, LUNGHISSIMA ATTESA
Eccomi, all'una di notte, ad aggiornare il mio caro blog. Sono appena tornato a casa; ho passato la serata con Maria, Anna e Alessandro sul terrazzo di casa a guardare le stelle.
A volte serve davvero poco per essere felici.
Inutile dire che sarei ancora più felice se sapessi dove e con chi trascorrerò il mio anno negli States.
Tutti gli altri exchange student (o quasi tutti) hanno oramai ricevuto il placement. Io no.
Mi sto godendo l'estate senza pensare troppo all'America, ma non è per nulla facile entrare nell'ottica di una partenza quando su essa non sai praticamente nulla.
Mi sembra tutto ancora un sogno. Fino a qualche tempo fa la situazione era diversa; vedevo la famiglia su Skype ogni tre giorni, pensavo a come sarebbe stato essere uno studente della Nettleton High school, percorrevo virtualmente le strade di Jonesboro su Google Maps, chattavo con Jarret, mi immaginavo nella classe di giornalismo e aggiungevo su Facebook gli studenti della scuola.
Al momento, tutto ciò per cui posso essere in ansia è la valigia. Già, devo comprare una valigia. Una valigia che finirà nella pancia di un aereo di non so quale compagnia, diretto a non so quale aeroporto dove mi aspetterà non so quale famiglia. Tutto questo, non so quando.
Non so un'emerita ciola. Ma l'attesa è parte integrante dell'esperienza, quindi non lamentiamoci e, pazientemente, aspettiamo.
L'unica mia paura è che, date le poche famiglie disposte a ospitare, mi mollino in Italia e mi costringano a dire addio al mio sogno. Diventerei furioso. Non credo succederà, hanno sempre trovato famiglie a tutti gli studenti; lo faranno anche quest'anno.
L'estate procede benissimo, non potrei chiedere di meglio. Spesso penso a quanto saranno tristi gli addii.
A proposito di addii, la mia amica giapponese è partita qualche giorno fa. Ora è di nuovo in Giappone con la sua famiglia. Mi ha lasciato una lettera. Ma qui in Italia c'ha lasciato pure il cuore. Spero torni presto a trovarci, è stato un anno bellissimo per noi e per lei. I ricordi dei momenti passati insieme non si possono cancellare.
Vorrei essere per gli americani ciò che Hinako è stata per noi. Una persona della quale non ti dimentichi facilmente.
Ah, l'altro giorno ho scoperto che i miei amici mi stanno organizzando una festa in spiaggia a sorpresa, Li amo. Sarà dura non averli intorno per un anno, ma resisterò e farò del mio meglio per stringere nuove amicizie (tutti dicono che sia un po' difficile fare amicizia con gli americani. Vabbè, non son mica il più simpatico italiano mai vissuto io?)
Credo sia il momento di andare a dormire
Alquanto stufo di aspettare,
-Andrea
A volte serve davvero poco per essere felici.
Inutile dire che sarei ancora più felice se sapessi dove e con chi trascorrerò il mio anno negli States.
Tutti gli altri exchange student (o quasi tutti) hanno oramai ricevuto il placement. Io no.
Mi sto godendo l'estate senza pensare troppo all'America, ma non è per nulla facile entrare nell'ottica di una partenza quando su essa non sai praticamente nulla.
Mi sembra tutto ancora un sogno. Fino a qualche tempo fa la situazione era diversa; vedevo la famiglia su Skype ogni tre giorni, pensavo a come sarebbe stato essere uno studente della Nettleton High school, percorrevo virtualmente le strade di Jonesboro su Google Maps, chattavo con Jarret, mi immaginavo nella classe di giornalismo e aggiungevo su Facebook gli studenti della scuola.
Al momento, tutto ciò per cui posso essere in ansia è la valigia. Già, devo comprare una valigia. Una valigia che finirà nella pancia di un aereo di non so quale compagnia, diretto a non so quale aeroporto dove mi aspetterà non so quale famiglia. Tutto questo, non so quando.
Non so un'emerita ciola. Ma l'attesa è parte integrante dell'esperienza, quindi non lamentiamoci e, pazientemente, aspettiamo.
L'unica mia paura è che, date le poche famiglie disposte a ospitare, mi mollino in Italia e mi costringano a dire addio al mio sogno. Diventerei furioso. Non credo succederà, hanno sempre trovato famiglie a tutti gli studenti; lo faranno anche quest'anno.
L'estate procede benissimo, non potrei chiedere di meglio. Spesso penso a quanto saranno tristi gli addii.
A proposito di addii, la mia amica giapponese è partita qualche giorno fa. Ora è di nuovo in Giappone con la sua famiglia. Mi ha lasciato una lettera. Ma qui in Italia c'ha lasciato pure il cuore. Spero torni presto a trovarci, è stato un anno bellissimo per noi e per lei. I ricordi dei momenti passati insieme non si possono cancellare.
Vorrei essere per gli americani ciò che Hinako è stata per noi. Una persona della quale non ti dimentichi facilmente.
Ah, l'altro giorno ho scoperto che i miei amici mi stanno organizzando una festa in spiaggia a sorpresa, Li amo. Sarà dura non averli intorno per un anno, ma resisterò e farò del mio meglio per stringere nuove amicizie (tutti dicono che sia un po' difficile fare amicizia con gli americani. Vabbè, non son mica il più simpatico italiano mai vissuto io?)
Credo sia il momento di andare a dormire
Alquanto stufo di aspettare,
-Andrea
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